Agriturismo: dopo la pandemia è boom
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19 Aprile 2022
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Presentato lo scorso 22 marzo, il Rapporto “Agriturismo e multifunzionalità 2021” curato da ISMEA per la Rete Rurale Nazionale (RRN) illustra la situazione di un settore messo in difficoltà dalla pandemia ma in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti in atto.
La quinta edizione del documento, oltre ad offrire le ormai consuete statistiche del comparto agrituristico, offre un’analisi sull’impatto del Covid-19 sulle aziende agricole multifunzionali, mediante una specifica indagine CAWI realizzata con il supporto e la collaborazione delle Regioni e delle Associazioni nazionali agrituristiche. Dalla lettura emerge come il modello italiano della multifunzionalità si stia dimostrando capace di adattarsi ai cambiamenti in atto grazie alle molteplici forme e attività che si sono via via sviluppate intorno alle risorse del tessuto rurale.
Il presidente di ISMEA, Angelo Frascarelli, ha commentato: «La fotografia scattata oggi inquadra un settore che, nonostante una crisi di liquidità senza precedenti, ha mantenuto inalterato il suo tessuto imprenditoriale: oltre 25.000 agriturismi, malgrado una significativa riduzione del valore della produzione che è passato da 1,56 miliardi di euro del 2019 a 802 milioni di euro del 2020, ma le prime stime del 2021 sono in netto aumento. Le aziende agrituristiche hanno dimostrato capacità di adattamento restando sul mercato grazie alla prevalenza dell’attività agricola, con la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti; hanno individuato spesso soluzioni innovative e sperimentato nuove proposte di ospitalità e servizi».
Studiare la domanda per ripensare l’offerta
Nonostante il duro colpo subìto in termini di fatturato e di volume di attività, le aziende agricole e agrituristiche hanno continuato a restare sul mercato puntando sul mercato di prossimità e sui clienti fidelizzati; molti imprenditori hanno utilizzato il periodo del primo lockdown per ripensare la propria offerta di prodotti e servizi, ripartendo dalla fase primaria e introducendo novità che spesso sarebbero state impensabili prima della pandemia ma che – di fronte a una domanda incerta ma molto più attenta ed evoluta – consentono oggi di guardare a nuove frontiere di competitività fondate sulla sostenibilità e la digitalizzazione.
La domanda turistica è mutata, esprimendo nuovi bisogni e maggiore attenzione, facendo emergere nuovi orientamenti che vedono una crescita degli spostamenti per viaggi di medio e breve raggio, con un ritorno della tendenza alla prenotazione last minute, ricercando soluzioni flessibili (con politiche di cancellazione favorevoli) e soluzioni abitative autonome, verso nuove attività all’aria aperta e luoghi poco frequentati, che consentono di mantenere condizioni di igiene adeguate.
Il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Gian Marco Centinaio, ha dichiarato: «Il Rapporto ha evidenziato come il settore sia un esempio non solo di resilienza, ma anche di vitalità nel complicato contesto legato alle conseguenze di Covid-19. Nonostante la pandemia abbia ridotto in modo importante il fatturato di molte aziende, l’agriturismo si è confermato come uno dei comparti più vivaci e dinamici, sia in termini di offerta che di potenzialità. Lo confermano i dati del 2021 che fanno registrare segnali di ripresa per le imprese del settore, grazie a forme di turismo connesse anche ai prodotti di eccellenza come il vino, l’olio e – in generale – al ricco patrimonio enogastronomico che rende unica l’Italia nel mondo. La pandemia ha portato a far scoprire e riscoprire agli stessi italiani un turismo sostenibile e capace di offrire tipicità, benessere, natura, educazione e attenzione al sociale».
Accogliere meglio, ospitare tutto l’anno
Altro aspetto rilevante emerso dall’indagine è dato da una certa tendenza alla destagionalizzazione e alla disintermediazione delle prenotazioni: non solo richieste di soggiorno in altissima stagione, con risultati molto soddisfacenti per l’estate 2021, ma anche nei mesi di giugno e settembre: inoltre, le richieste dirette di ospitalità sono cresciute rispetto a quelle veicolate da portali o agenzie di viaggio per il 39% degli agriturismi, consentendo di compensare in parte le maggiori spese di gestione mediante un taglio ai costi di intermediazione.
Fra i percorsi più recenti, la cui centralità è stata evidenziata dall’emergenza sanitaria, vi è quello dei servizi alla persona offerti dalle aziende agricole, quali quelli delle fattorie didattiche e dell’agricoltura sociale, che molto spesso affiancano i servizi offerti dall’agriturismo. In tal senso, il Rapporto contiene i dati aggiornati degli elenchi regionali delle fattorie didattiche e delle fattorie sociali.
Nel complesso, dunque, nonostante le grandi difficoltà poste dalla pandemia, l’agriturismo ha continuato a riscontrare – e forse aumentare – un indiscusso gradimento da parte dei consumatori, confermandosi una delle componenti più importanti dei sistemi economici e sociali delle aree rurali. Allo stesso tempo, l’offerta agrituristica ha confermato il suo ruolo caratterizzante per il sistema turistico italiano, grazie ai suoi contenuti ecologici, paesaggistici e culturali, contribuendo a differenziare l’offerta in termini di esperienze, benefici e valori e garantendo accoglienza in territori altrimenti sprovvisti.
Per maggiori informazioni, visita il sito della RRN – Rete Rurale Nazionale o scarica il 5° Rapporto:
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