Addobbi natalizi: le scelte giuste per festività green
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6 Dicembre 2021
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È il protagonista delle feste, che sia vero o finto, classico o moderno, piccolo o gigantesco. Quando realizziamo l’albero di Natale possiamo sbizzarrire la fantasia con addobbi, decorazioni, forme e colori, purché teniamo conto dell’impatto ambientale delle nostre scelte. Iniziando dalle basi.
È probabile che ciascuno di noi abbia avuto a che fare con l’albero sintetico almeno una volta nella vita. Lo allestiamo l’8 dicembre e il 6 gennaio torna a dormire fino alla prossima occasione. È vero, può essere usato per molti anni… peccato che poi, nella realtà, basti poco perché diventi inutilizzabile o semplicemente “fuori moda”. Secondo diverse analisi sul ciclo di vita di un albero sintetico – citate anche dal Guardian – il suo impatto ambientale è alto. Un albero sintetico di 1,8 metri per esempio ha un’impronta ecologica di circa 35 chilogrammi di CO2. Il calcolo dipende dalle modalità di produzione, dal trasporto e dalla difficoltà di smaltimento. A meno che non venga realizzato dietro casa – e a meno che non lo utilizziamo per 10-15 anni – non è la nostra scelta più green.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Firenze, Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie (Dagri), è molto più ecologico acquistare un abete vero. Nelle “Linee guida per una scelta responsabile dell’albero di Natale” si leggono le motivazioni. Innanzitutto, non è vero che comprare un albero sintetico “salva la vita” di un abete. Esistono regole precise per la coltivazione e il commercio degli abeti natalizi e nessuna vita viene sacrificata per addobbare le nostre case. Al contrario, come abbiamo visto, acquistare un prodotto sintetico immette nell’atmosfera una notevole quantità di CO2 legata a produzione, trasporto e poi smaltimento del materiale plastico.
Gli abeti che troviamo in vendita sono di due tipi. Il primo tipo proviene da piantagioni apposite e ha radici ricoperte di una piccola zolla di terra (“pane di terra”). Secondo il direttore del Dagri Matteo Barbari, “acquistando questi abeti si contribuisce a incrementare il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali, si combatte l’effetto serra visto che questi abeti hanno assimilato durante la loro crescita la CO2 atmosferica, a differenza di quelli di plastica che sono invece prodotti con idrocarburi fossili“.
Come consumatori, dobbiamo assicurarci che siano riportate tutte le informazioni sulla sua provenienza e privilegiare filiera corta e prodotti autoctoni, come l’abete rosso (Alpi orientali) e l’abete bianco (Appennino). Finita la stagione invernale, possiamo continuare a prenderci cura del nostro albero. Sopravvivere all’estate non sarà facile, ma con qualche accorgimento potremo rispolverarlo il prossimo anno.
Il secondo tipo di abete in vendita è il “cimale”, la cima di un albero tagliato per l’industria del legno. Di solito questa porzione di albero è lasciata a terra o sminuzzata per produrre il pellet: il suo utilizzo come albero di Natale non fa male a nessuno. Tutte le operazioni sono supervisionate dall’ex Corpo forestale dello Stato, oggi assorbito nell’Arma dei carabinieri.
Decorare senza impattare
Sul nostro bell’albero eco-friendly non appenderemo certo decorazioni in plastica. A meno che non le abbiamo già, in quel caso piuttosto che buttarle via continueremo a utilizzarle. Ma se dovessimo iniziare da zero, è il momento di prendere la cassetta degli attrezzi e costruire degli addobbi con le nostre mani. Per prima cosa, però, prendiamo delle arance e tagliamole in sezioni sottili. Accendiamo il forno a 100°, inforniamole su un vassoio coperto di carta forno, lasciamole cuocere per un paio d’ore con lo sportello socchiuso. Ecco delle perfette e profumate decorazioni fai da te.
Le decorazioni di carta sono un’ottima alternativa alle classiche palline di Natale: colorate ed ecologiche, liberano la nostra parte creativa. Il sughero è un altro materiale che ci viene in soccorso: è leggero, versatile ed è facile da reperire. Se invece siamo davvero negati con il fai da te, possiamo curiosare su Etsy in cerca del prodotto artigianale che fa per noi.
Natale in affitto
Ci sono poi altre soluzioni per soddisfare la nostra voglia di “novità” e al tempo stesso evitare di spendere soldi e di inquinare l’ambiente. Potremmo per esempio affittare tutto. Il fenomeno del Christmas renting è nato nel mondo anglosassone ed è sbarcato anche in Italia: secondo i dati di Fashion United, 4 millennial su 10 adottano questa soluzione. Una questione (anche) di marketing, perché sui social media sono molti gli influencer a dettare questa linea.
Si affittano in particolare alberi di Natale (40%) ma anche decorazioni (38%), giochi da tavola (30%) e persino maglioni natalizi (28%). I costi sono proporzionati agli oggetti scelti. I vantaggi? Varietà, nessun ingombro, nessuno spreco. In Italia ci sono grandi distributori, come ilnataledizenone.com e noleggioaddobbinatalizi.it.
Oppure, possiamo organizzare noi stessi uno swap party con gli amici, per scambiarci gli addobbi oltre ai regali.
[contributo di Flavia Carlorecchio per Grenn&Blue]
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