Strategie per la Terra (e il cibo)
“In love with Mother Heart“: questo il claim del manifesto BioSlow che SIMTUR ha promosso assieme alla rete dei produttori biologici ItaliaBio. L’amore per la Terra è anche amore per il suolo – ovvero quel sottile strato di pelle del Pianeta che consente la Vita – che chiede rispetto per il ruolo dei contadini e degli allevatori: un quadro di valori che si è evoluto nella piattaforma nazionale rurability.
Il suolo è un bene comune non rinnovabile. E’ sempre opportuno ricordarlo. Quando siamo nelle scuole ci piace raccontare l’episodio dell’astronauta William Anders che, giunto sulla Luna oltre mezzo secolo fa, nel 1969, ebbe a dire: “Abbiamo fatto tutta questa strada per esplorare la Luna ma la cosa più importante è che – da qui – abbiamo scoperto la Terra“.
In effetti l’uomo, in tutto l’arco della sua evoluzione, ha sempre cercato di guardarsi attorno e di “mappare” il mondo attorno a sé, semplicemente salendo su un albero o sulla cima di una collina, ma soltanto dallo spazio è stato possibile vederla tutta, nella sua finitezza, comprendendone i limiti, oltre la vastità.
In Italia già da qualche tempo si era acceso il dibattito sul consumo di suolo: nel 1957 Italo Calvino pubblicava “La speculazione edilizia” e un manipolo di coraggiosi intellettuali dava vita a “Italia Nostra“. Ma se guardiamo i dati Istat del Censimento 2021 ci accorgiamo che gli edifici e i complessi censiti ammontano sul territorio nazionale a 14.515.795, ovvero il 13,1% in più rispetto a quanto rilevato nel 2001: la febbre del mattone non accenna a passare.
Oltre i suoli minacciati dalla cementificazione, con evidenti ripercussioni sul dissesto idrogeologico, i suoli italiani purtroppo presentano numerosi altri problemi: suoli con scarso contenuto di sostanza organica, suoli salini, suoli persi per processi legati all’erosione idrica o suoli con alte concentrazioni di sostanze inquinanti. La gestione errata e non sostenibile del territorio accelera i processi di degrado causati dai cambiamenti climatici: prolungati periodi di siccità alternati a precipitazioni sempre più intense e concentrate in brevi intervalli di tempo provocano la perdita degli orizzonti più superficiali, più ricchi di materia organica e in grado di garantire fondamentali servizi ecosistemici come la produttività agricola, l’azione di filtraggio e tampone nei confronti delle sostanze inquinanti e il regolare scorrimento delle acque superficiali.