Cammino Francescano della Marca
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4 Novembre 2018
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Il Cammino Francescano della Marca ha uno sviluppo complessivo di 167km, dei quali il 24% è su sentiero, il 36% su sterrato ed il 40% su asfalto con traffico automobilistico pressoché assente; il punto più basso dell’intero percorso è a 149m di altitudine mentre quello più alto è a 970m. Attraversa 2 regioni (Umbria e Marche), 4 province (Perugia, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno) e 17 comuni (Assisi, Spello, Foligno, Serravalle di Chienti, Muccia, Pievebovigliana, Fiastra, Camerino, Caldarola, Cessapalombo, San Ginesio, Sarnano, Amandola, Comunanza, Palmiano, Venarotta e Ascoli Piceno).
Da Assisi a Pievefavera coincide con la Via Lauretana. A Pievefavera i due cammini si dividono: mentre la Via continua verso Est, verso il mare Adriatico, il Cammino Francescano della Marca piega decisamente in direzione sud, procedendo verso Ascoli Piceno, attraversando perpendicolarmente tutti i crinali e le valli dei fiumi marchigiani che orograficamente sono disposti a pettine con orientamento ovest/est.
Lo storico percorso da Assisi fino a Spello transita, con lievi saliscendi, al limite del Parco Regionale del Monte Subasio, in affaccio sull’ampia Valle Umbra – detta anche valle spoletina – attraversando macchie di corbezzolo e rigogliosi uliveti.
Da Spello si scende nella vasta piana della Valle Umbra per compiere gli ultimi chilometri fino alla città di Foligno dalla quale si esce percorrendo l’argine del fiume Topino in direzione nord est e, dopo aver attraversato la frazione di Scanzano, si raggiungono i contrafforti appenninici in località Belfiore.
Da qui il Cammino entra nel Parco Naturale dell’Altolina e si fa decisamente più impegnativo: si sale dapprima per un tratto boscoso, cinto dalle spettacolari cascate del Menotre, fino a Pale, e si prosegue, poi, sempre in salita, per sterrati assolati e panoramici, fino all’Altopiano di Colfiorito dove il percorso diventa chiaramente più agevole.
Si costeggiano le paludi del Parco Naturale di Colfiorito, luogo prescelto da numerose specie di uccelli migratori, e si attraversa in tutta la sua lunghezza l’altopiano entrando in territorio marchigiano, fino a Fonte delle Mattinate.
Da qui il sentiero, per evitare la trafficata strada statale, non scende dal valico verso l’alta valle del fiume Chienti, come sarebbe naturale, ma è costretto a risalire le pendici del Monte Parivecchio fino alla massima altezza dell’intero Cammino, a 957 m.
Dal punto più alto si ritorna a fondo valle all’altezza di Serravalle di Chienti e si costeggia il corso del fiume (attenzione ad alcuni passaggi critici su roccia agevolati da corde di sicurezza fisse) fino ad oltre Gelagna Bassa. Il sentiero risale quindi fino alla panoramica chiesa di Col dei Venti per poi ridiscendere a Muccia.
Continuando a seguire il corso del fiume Chienti si entra nel comune di Pievebovigliana che, assieme a quelli di Fiastra, Cessapalombo e Amandola, fa parte del territorio del Parco Nazionale dei Sibillini: si transita di fronte al Convento di San Francesco, al Castello di Beldiletto, e quindi, per comodi sentieri, si costeggia l’invaso artificiale del lago di Polverina fino a giungere sotto lo sperone della chiesa romanica di San Giusto di San Maroto.
A questo punto il sentiero riprende il suo andamento pedemontano e risale in quota, dopo aver traversato il borgo di Valdiea, per i contrafforti del monte Fiegni fino a giungere a Fiungo, il paese abitato da una sola persona.
Mantenendo sempre a vista l’aerea Rocca di Varano, fortezza militare del Ducato di Camerino, posta all’altro versante della Val di Chienti, si continua per falsopiani, mantenendosi sempre in quota, in direzione Pievefavera, transitando per la medievale chiesa di Madonna del Sasso e per il borgo, ormai quasi del tutto abbandonato, di Valcimarra.
Dalla panoramica postazione del castello di Pievefavera sopra l’invaso artificiale del lago di Caccamo – come detto – si abbandona la direttiva ovest/est per dirigersi verso sud e si traversa l’intero territorio comunale di Caldarola, toccando gli antichi castelli di Croce, Vestignano e Montalto di Cessapalombo.
Il percorso caldarolese passa per sentieri ricchi di storia e chiude con la tratta su asfalto conosciuta come “sentiero dei partigiani”, dedicata alla memoria di un cruento eccidio avvenuto durante la seconda guerra mondiale.
Dal castello di Montalto di Cessapalombo, transitando per la frazione La Villa, si risale per il “sentiero dei carbonai“, così chiamato per l’antica tradizione territoriale dedita alla trasformazione del legno in carbone combustibile.
Il Cammino si inoltra quindi nel bosco, giungendo in prossimità della Grotta dei Frati, e scende, per ripido sentiero fino alle Gole del Fiastrone.
Si arriva alla parte più selvaggia dell’intero Cammino Francescano e – guadato il fiume – si risale per erti zig zag fino all’Abbazia San Salvatore e quindi al borgo di Monastero.
Da qui il tragitto si fa più agile, procedendo per larghi sterrati in falsopiano che, per aeree viste panoramiche, giunge al Convento francescano di San Liberato. Si continua scendendo fino al borgo di Terro per poi risalire su sterrato il crinale sovrastante la strada provinciale 78 che si percorre fino al centro della sede comunale di Sarnano.
Traversato il fiume Tennacola si continua in direzione Amandola superando il confine di provincia tra Macerata e Fermo. Al borgo di Grassetti si imbocca l’antico sentiero medievale dei Mercatali che va a confluire nella nascosta e sconosciuta strada romana che conduce in zona Taccarelli. Ancora pochi chilometri di comodo falsopiano conducono al centro di Amandola, altro comune del Parco dei Sibillini.
L’uscita dal centro storico è spettacolare: si scende fino al fiume Tenna dove c’è un vecchio mulino e si traversa il fiume sopra un ponte romanico a schiena d’asino dedicato a San Giacomo della Marca.
Si risale fino alla zona industriale di Amandola, si traversa un ponte romano, e ci si inoltra nel versante orografico est del Tenna dove subito si incontra l’eremo dell’Incarnazione abitato da Fra’ Emanuele.
A questo punto il sentiero lascia il posto ad un comodo sterrato che traversa minuscoli borghi come Salvi e San Pietro in Castagna con la sua pieve medievale e giunge a Monte Genco.
Siamo nella provincia di Ascoli Piceno ed è cambiata ancora una volta valle: si arriva infatti, con un’ultima discesa, alla sede comunale di Comunanza posta sul fiume Aso. Traversato il fiume si continua in direzione Ascoli Piceno risalendo dapprima il crinale fino al piccolo borgo di Gesso che si affaccia sul torrente Cinente e poi continuando in quota per comodi sterrati in falsopiano fino al borgo di Tavernelle.
Da qui si prende una strada asfaltata che conduce al centro del comune più piccolo della provincia di Ascoli: Palmiano.
Si riprende quota per un’erta costa fino ad un aereo crinale, con spettacolare vista sull’Ascensione, la Montagna dei Fiori, i Sibillini, i Monti della Laga e il Gran Sasso, e lo si percorre fino ad entrare in territorio comunale di Venarotta il cui centro si raggiunge dopo essere scesi per un ripido sentiero.
Da Venarotta si raggiunge l’alveo del fiume Chiaro che non si abbandonerà più fino all’arrivo ad Ascoli Piceno. Lo si deve guadare due volte percorrendo il suggestivo fondo valle cinto da calanchi argillosi. Per aggirare uno scoglio strapiombante il percorso è costretto a risalire fino al borgo di Tirabotte per poi ridiscendere con un fresco sentiero nel bosco fino alla frazione di Curti.
L’ultima salita del Cammino Francescano della Marca sfiora il santuario di Gimigliano e raggiunge il crinale che s’affaccia sulla piana di Ascoli Piceno. Da qui, per comodi sterrati in discesa, si raggiunge il capoluogo piceno dall’ingresso ovest del cimitero per entrare, infine, nel centro storico dal ponte sul fiume Tronto di Porta Cappuccina.
In soli 167 chilometri di sviluppo, il Cammino Francescano della Marca offre una varietà unica e straordinaria di paesaggi e di pregi naturalistici, di tesori architettonici e spirituali, che permette al pellegrino di fare un viaggio nella storia senza pari. Dalle culture preromaniche dei piceni e umbri alle vestigia romane di Assisi, Spello, Foligno, Plestia e Ascoli Piceno, dalle meraviglie carolinge e longobarde agli intatti borghi medievali, dai fasti del rinascimento a quelli del barocco. Ovviamente senza tralasciare le tanti pievi di campagna e gli eremi.
Naturalisticamente parlando, il Cammino tocca quattro Parchi: quello del Monte Subasio, quello dell’Altolina, quello di Colfiorito e il Parco Nazionale dei Sibillini. Si passa dalle sorgenti, dai fiumi e dalle cascate alle paludi, dagli altopiani ai boschi, dalle selvagge forre ai panoramici crinali che spesso offrono scorci sul mare Adriatico, dalle dolci colline antropizzate agli aspri calanchi argillosi.
Il tutto nel segno di San Francesco, che percorse queste contrade più volte lasciando dietro di sé l’indelebile radice di una millenaria storia spirituale da cui il Cammino Francescano della Marca non può prescindere.
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