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Il Cammino di San Nilo

Il Cammino di San Nilo nel Cilento bizantino è un itinerario di circa 100 km, suddiviso in 7 tappe, che parte dal comune di Torraca e si snoda nel Basso Cilento fino ad arrivare a Palinuro, nel comune di Centola, attraversando 11 bellissimi borghi immersi nella natura del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Il percorso è accessibile a tutti, anche se con frequenza si alternano salite e discese tra i boschi di faggio della montagna e i lecci e gli ulivi della macchia mediterranea, tra cui affiorano gli abitati medievali.

A rendere il Cammino di San Nilo unico nel suo genere è l’incontro di storia, spiritualità, natura e tradizioni. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è infatti anche l’unico Parco a vantare quattro riconoscimenti UNESCO: Patrimonio dell’umanità, Biosfera MAB, Geosito e Patrimonio Immateriale grazie alla Dieta Mediterranea.

Il Cammino di San Nilo ricalca il percorso che portò il giovane Nicola, nativo di Rossano Calabro, a vestire l’abito monastico e ricevere il nome di “Nilo” a San Nazario – attualmente frazione del comune di San Mauro la Bruca – dove realizzò la sua vocazione monastica.

La riscoperta di questo pellegrinaggio vuol conseguire il recupero di antichi sentieri, attraverso i quali i monaci italogreci segnarono della propria presenza e della propria azione un ampio e ricco territorio. Tuttavia, data la scarsità delle fonti, non sempre è facile una tale ricostruzione, condizionata anche dalle trasformazioni che questi luoghi hanno subìto lungo oltre mille anni di storia.

Il Medioevo è segnato dall’aspirazione del cristiano a ritrovare nei pellegrinaggi, specialmente quelli più famosi verso Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela, lo spirito autentico della propria fede. Il Sud d’Italia, per la sua posizione geografica, diventa quindi luogo di passaggio di grande significato per tutti i fedeli. Poste strategicamente al centro delle più importanti vie commerciali e di comunicazione del Mar Mediterraneo, queste regioni sono in quel tempo luoghi di interazione tra Oriente e Occidente. Proprio in questo contesto, dove l’influsso della spiritualità orientale era forte e costante, tra il decimo e l’undicesimo secolo un numero importante di monaci italogreci vengono riconosciuti Santi.

Tale clima di scambio e rispetto fra le tradizioni monastiche occidentali e orientali è testimoniato dalla presenza di San Nilo presso il monastero benedettino di Montecassino, dove compone un inno greco in onore di San Benedetto. Nel 1004 d.C., al limitare della sua avventura terrena, nei pressi di Tuscolo (Frascati), avvia l’edificazione di quella che sarà l’istituzione italogreca più importante dell’Occidente cristiano, tuttora potente faro di spiritualità e di cultura orientale alle porte di Roma, Santa Maria di Grottaferrata.

San Nilo di Rossano è uno dei Santi italogreci più rappresentativi, e accoglie in sé le caratteristiche significative del monachesimo bizantino, che si dispiega fra spiritualità e attività della pratica quotidiana. Figura emblematica di un mondo in cui le distinzioni culturali ed etniche non costituivano motivo di diffidenza e di contrasto, ma erano percepite come arricchimento reciproco e fonte di rassicurazione in una realtà dominata dalle incertezze e dall’instabilità, ebbe rapporti coi potenti del suo tempo, con le autorità venute da Costantinopoli e con quelle residenti nella Palermo araba, nonché con personaggi di risalto dell’Europa occidentale, tra cui spiccano i nomi di Ottone III, imperatore di Germania, figlio della principessa bizantina Teofàno, e di Sant’Adalberto, arcivescovo di Praga. Nel 1131 infine il re normanno Ruggiero II, nel Palazzo di Palermo, dona a Grottaferrata il monastero di Santa Maria di Rofrano, insieme con varie altre fondazioni italogreche del Regno di Napoli, concentrate in gran parte nella Lucania occidentale.

Il Cammino di San Nilo interessa il tratto che il Santo calabrese percorse nel Cilento meridionale, nella prospettiva che possa in futuro collegare Rossano e Grottaferrata, le due città più rappresentative nel percorso di vita e di fede del Santo. Ma anche altri luoghi rilevanti per la cultura monastica medievale, sia orientale che occidentale, la quale contribuì in maniera determinante all’identità europea – promovendo la lettura e la scrittura, le arti, la meditazione, il lavoro e il dominio del tempo –, potranno essere le tappe di questo e altri futuri Cammini nel Cilento Bizantino.


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