Binario Appenninico Rotta Centrale Attracco Adriatico
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5 Novembre 2018
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Tra le buone pratiche di mobilità dolce riscontrate nei Parchi, quelle legate al trasporto ferroviario rivestono ormai un’importanza strategica, con proposte e realizzazioni di numerosi progetti che prevedono l’ampliamento o il recupero di tratte ferroviarie e la ristrutturazione di stazioni impresenziate o dismesse.
La rete ferroviaria esistente attraversa 7 Parchi nazionali su 22 (Cilento e Vallo di Diano, Cinque Terre, Foreste Casentinesi, Gargano, Gennargentu, Majella, Vesuvio): sono Parchi in cui il sistema ferroviario rappresenta una potenzialità sia per l’accesso che per gli spostamenti interni, sia per turisti che per residenti.
A volte la stazione è direttamente una “porta sul Parco” (ad esempio nel Gargano e nelle Cinque Terre); altre volte la stazione dista non più di mezz’ora di distanza (in auto o bus) dal Parco (così è per i Parchi del Circeo e dello Stelvio). Sono pochi i Parchi davvero non raggiungibili in treno (alcuni Parchi delle Isole, il Parco della Calabria, quello dei Monti Sibillini).
Le esperienze più avanzate, e comunque almeno già parzialmente avviate a realizzazione, riguardano il Parco della Majella, il Parco delle Cinque Terre e il Parco delle Dolomiti Bellunesi. Altre realtà in movimento, per le quali cioè si sono realizzati studi di fattibilità e si sono stabiliti accordi e finanziamenti, riguardano:
- Parco del Gargano: valorizzazione di diverse tratte ferroviarie, tra cui la Foggia-Manfredonia di 36 km e la linea San Severo-Peschici Calenella di 79 km, entrambe elettrificate, e il recupero di tratte dismesse – tra cui una “decouville” a scartamento ridotto di 35 km; e, inoltre, un progetto di ristrutturazione di alcuni edifici ferroviari della linea San Severo-Peschici Calenella per la realizzazione di case per bad&breakfast e centri-servizi;
- Parco del Pollino: ha proposto l’uso di fondi strutturali per il recupero della ferrovia dismessa calabro-lucana da Castrovillari a Lagonegro (il Parco non ha una rete ferroviaria interna), riqualificando alcuni rami minori e stazioni abbandonate;
- Parco del Vesuvio: il Piano che dovrà essere adottato dal Parco prevede la riutilizzazione funzionale del tratto ferroviario Torre Annunziata-Cancello, oggi quasi in disuso, il ripristino di vecchi tracciati in ferro all’interno del Parco, e la riqualificazione di alcune stazioni sulla linea Napoli-Salerno;
- Parco del Cilento e Vallo di Diano: è ancora solo un progetto; è noto anche come “Treno verde dei Parchi della Campania”; si prevede il noleggio da parte di Trenitalia, Divisione Trasporto Regionale, di una moderna elettromotrice che attraverserà, partendo da Napoli, i territori dei Parchi Regionali della Campania, il territorio del Parco Nazionale del Cilento e il territorio del Parco Nazionale del Vesuvio; il progetto prevede la rivitalizzazione delle stazioni impresenziate in modo che vi si possano stabilire dei servizi di informazione, di biglietteria per gli autobus, bookshop, aree di degustazione di prodotti tipici, etc.;
- Parco dei Sibillini: qui si tratta solo di una proposta, quella avanzata da Italia Nostra, sede di Fermo e da Co.Mo.Do. per recuperare la vecchia ferrovia “Besenzanica“, che collega Porto San Giorgio ad Amandola, e farne un treno turistico di accesso al Parco fino ad arrivare alla greenway Spoleto-Norcia.
In tal senso c’è già uno studio di fattibilià avviato dalle due realtà denominato B.A.R.C.A.A. (Binario Appenninico Rotta Centrale Attracco Adriatico) che è stato presentato al Mibact nel mese di ottobre 2017.
Proposte di miglioramento del sistema della mobilità nei Parchi
Le proposte formulate sono frutto di un’elaborazione che ha preso in esame i quattro ambiti tematici già individuati in fase di indagine:
- il sistema fisico delle reti di trasporto,
- l’accessibilità al Parco,
- la mobilità interna per turismo
- la mobilità interna per i residenti.
Di conseguenza, le proposte in quattro tipologie di azioni e strumenti (conoscere e monitorare; dialogare e collaborare; operare per promuovere e incentivare soprattutto la intermodalità, il trasporto pubblico, la regolamentazione dei flussi nelle zone critiche, e la valorizzazione del sistema ferroviario; informare).
Sul piano operativo, quanto al sistema fisico delle reti di trasporto, le proposte riguardano:
- rinaturalizzazione di strade asfaltate;
- adozione di tecnologie rispettose dell’ambiente;
- riduzione degli impatti delle infrastrutture.
Per l’accessibilità ai Parchi, le proposte operative riguardano:
- ottimizzare la connessione col sistema ferroviario nazionale;
- ottimizzare la connessione con il sistema stradale nazionale;
- migliorare la segnaletica di avvicinamento al Parco;
- regolamentare i flussi nelle aree di accesso;
- creare incentivi alla registrazione dei visitatori.
Per il turismo, le proposte operative riguardano:
- organizzare i Parchi come laboratori sperimentali di azioni di mobilità sostenibile;
- migliorare il parco mezzi di trasporto pubblico locale a ridotto impatto ambientale;
- creare sinergie nel trasporto pubblico locale per turisti e residenti;
- promuovere azioni legate alla intermodalità dei trasporti, con mezzi sia pubblici che privati;
- favorire un’offerta qualificata di servizi pubblici di trasporto, soprattutto interni al Parco;
- regolamentare i flussi turistici in aree di pregio;
- scoraggiare l’eccessiva concentrazione di servizi turistici, a favore di forme di ospitalità diffusa;
- favorire il prolungamento della stagione turistica;
- potenziare la connessione con il sistema ferroviario nazionale;
- riqualificare e riutilizzare linee ferroviarie minori;
- riqualificare e riutilizzare stazioni ferroviarie minori;
- trasferire parte di traffico su strada alle linee ferroviarie esistenti;
- promuovere occasioni per l’imprenditoria locale, specie giovanile.
Quest’insieme di proposte, da verificare ed adattare alle singole realtà territoriali dei 22 Parchi censiti, sono di fatto rivolte all’interlocutore Ente Parco, il quale ha alcuni strumenti suoi propri per decidere e per agire: innanzitutto il Piano del Parco, il Regolamento, e il Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale del Parco. E poi tutti gli strumenti di pianificazione locale che ormai abbondano nella normativa italiana.
+INFO: per saperne di più, visita il sito di Co.Mo.Do.
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