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elezioni amministrative 2024

SIMTUR scrive una lettera aperta ai candidati sindaco/sindaca per le elezioni amministrative nei Comuni dell’8 e 9 giugno 2024.


Gentilissime candidate e gentilissimi candidati sindaco,

siamo certi siate già pienamente consapevoli dell’impegno che andate assumendo, in un tempo che trova le città, i territori e i borghi ad affrontare continue emergenze, ora locali – come il dissesto idrogeologico, lo spopolamento, il degrado ambientale, il costo della vita e l’aumento delle povertà – e ora globali come i cambiamenti climatici, le conseguenze dei conflitti, la crisi energetica e gli altri elementi che intaccano la coesione sociale.
Verso il voto dell’8 e 9 giugno 2024, il turismo rischia pertanto di essere un elemento trascurato dai programmi elettorali, nonostante il suo indotto fondamentale nella generazione di opportunità che consentono di accompagnare le comunità locali ad affrontare le transizioni necessarie di questa fase storica.

SIMTUR vi scrive per questo motivo. Anche nelle previsioni della recente legge 27 dicembre 2023 n. 206, “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy”, i Comuni sono investiti di un ruolo decisivo nella creazione di partenariati locali per l’economia dei visitatori, ovvero reti tra istituzioni, realtà culturali e scientifiche, imprese, terzo settore e cittadini (residenti e temporanei).

Il turismo è un processo territoriale e, insieme, una narrazione

Due dimensioni sempre più complesse da circoscrivere perché investono identità collettive e individuali in ambiti locali con caratteristiche estremamente diversificate e attraverso forme di mobilità che descrivono traiettorie sempre nuove.

Nel suo essere processo territoriale, produce un impatto in tutti gli ambiti della sfera locale: economico, culturale, sociale e spaziale. Ovvero incide sulla capacità di carico dei luoghi e rende concorrenti residenti e visitatori nelle diverse forme di consumo degli spazi, delle risorse, delle infrastrutture, dei beni, dei servizi e delle esperienze.
Nel suo essere elemento narrativo, coinvolge la sfera emozionale di un numero crescente di viaggiatori – UN Tourism stima saranno poco meno di 2 miliardi entro il 2030 – che ambiscono a posizionare il proprio status sociale attraverso esperienze sempre più sensazionali o semplicemente soddisfacendo il proprio edonismo attraverso dosi compulsive di edonismo da selfie.

Lo scenario attuale e le previsioni

Tale scenario trova l’Italia proiettata a ricevere oltre 175 milioni di visitatori, ovvero 35 milioni più degli attuali, senza che si sia aperto un reale dibattito sulla prospettiva di diventare un Paese “a prevalente economia turistica”. In attesa di una politica nazionale di destinazione che vada oltre l’attività di promozione e si spinga a comporre le differenze tra gli ambiti territoriali, specializzando l’offerta e diversificando il prodotto a vantaggio di una competitività fondata sull’identità, sulle caratteristiche distintive, sulla piena fruizione, sull’accessibilità e sulla sostenibilità, i Comuni sono attesi esprimere efficacia sul piano della diffusione delle tecniche, degli strumenti e dei modelli a disposizione della gestione manageriale delle destinazioni.

Occorre sottrarre con urgenza le città e i comprensori turistici italiani dalla rendita di posizione che consente di proseguire all’offerta territoriale di auto-organizzarsi spontaneamente, con esperienze di fruizione prodotte “live“, mentre il visitatore attraversa la destinazione, tramite un gran numero di fattori realizzati da una enorme varietà di attori, lasciati senza alcuna regia. Occorre una nuova consapevolezza degli amministratori locali circa la necessità di provvedere al disegno di innovative forme di governance che orientino città e territori verso forme di gestione integrata e manageriale delle destinazioni: occorre studiare, raccogliere dati, stimolare capacità predittive, adottare modelli, applicare formule di travel design, ingegnerizzare la catena del valore, introdurre elementi di misurazione delle performance e della competitività, ma anche di soddisfazione dei visitatori parametrata al livello di coesione territoriale, di resilienza e sostenibilità dei luoghi e delle comunità.

La nuova norma è chiara: sono i Comuni a dover guidare questo processo di sviluppo e innovazione, da affidare alle competenze dei manager di destinazione.
Tocca ai sindaci. A quelli già eletti ed a quelli che attendono l’esito delle urne, ai quali SIMTUR augura un felice esito e buon lavoro.

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