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Generale Vannacci - Il mondo al contrario

Il celebre volto televisivo di Nicola Porro, attraverso le pagine del portale nicolaporro.it di cui è direttore responsabile, si spinge ad una esegesi del libro dell’estate – “Il mondo al contrario” del generale Roberto Vannacci – per riflettere sulla sua concezione di ambientalismo. Sembra un’occasione per riflettere sotto l’ombrellone, dinanzi alle scrivanie oppure a bordo di un mezzo di trasporto pubblico, sul presente e sul futuro del movimento ecologista.

Secondo Vannacci – scrive Porro – l’ambientalismo sarebbe oggi un tema discusso in termini fortemente ideologici e identitari, quindi, troppo spesso, in modo più romantico che realistico. Ciò a causa della presenza di numerosi gruppi sociali-culturali-politici di pressione che viziano il dibattito pubblico di un’aura eccessivamente drammatica. Associazioni e partiti di marca “ultra-verde” muoverebbero i fili di tutto nel loro precipuo interesse. Indottrinando schiere di persone, infatti, le prime farebbero incetta di finanziamenti e i secondi farebbero incetta di consensi. Il generale crede, conseguentemente, che i movimenti fanatici green siano a trazione totalmente emotiva e ascientifica. Perché riconosce che siano in corso dei cambiamenti climatici – pure significativi – d’origine antropica, ma nega perentoriamente che andremo incontro alla fine del mondo.

La natura: un “soggetto” mai razionale

Il militare-autore invita poi a rigiudicare la natura nei suoi aspetti, da sempre, disordinati e irrazionali. La tesi gagliarda è che i cambiamenti climatici si siano sempre susseguiti nella storia del mondo, indi per cui il caso odierno non costituirebbe un’eccezionalità. La natura non sarebbe “buona” o “cattiva”, quanto semplicemente “istintiva”. Alle volte devastante, nell’incidenza di un terremoto, alle volte benefica, nella concessione dei suoi frutti. Quindi i sapiens, che in questo contesto devono sopravvivere, sarebbero legittimati a prendere dall’ambiente quel che fa loro più comodo. I nostri atteggiamenti si dovrebbero evolvere in considerazione del fatto che, se siamo stati posti di fronte alla possibilità di sfruttare qualcosa, sarebbe bene che la sfruttassimo senza troppe remore.

No agli stravolgimenti

Vannacci si esprime in maniera originale anche sul percorso da seguire per convivere al meglio con i cambiamenti climatici. Quale odiatore dei procedimenti drastici, lui crede che debba svolgersi la transizione energetica, che non debbano essere abbandonati determinati atteggiamenti green, ma che la cosa più urgente e profittevole da fare sia adattarsi alle novità. Potendo prevedere i mutamenti del territorio o le gravi intemperie che lo colpiranno, l’uomo può, per esempio, edificare al posto giusto una diga o ridurre il numero di alberi alti in una zona cittadina.

L’ecologismo si nutre di progresso

L’ultima delle affermazioni più interessanti del Vannacci – scrive sempre Porro – è che l’ecologismo scaturisce dal progresso sociale ed economico. Mentre nei Paesi poveri o in via di sviluppo la cultura ecologista non riesce ad attecchire, per il basso grado d’istruzione popolare e perché la priorità riguarda l’auto-sostentamento primario: nei Paesi già sviluppati trovano posto le pratiche straordinarie per tutelare l’ambiente. Macchiarsi del “peccato industriale” potrebbe essere dunque necessario per creare ricchezza, accrescendo così pure in senso culturale. Dappoi si penserebbe a mettere un freno agli eccessi, mitigando le produzioni inquinanti e mettendo a processo tutte quelle pratiche straordinarie di cui sopra.

Allo stesso proposito, Roberto Vannacci ha condotto tra le righe la sua crociata contro chi si è opposto al progresso opponendosi all’energia nucleare e agli organismi geneticamente modificati; a suo pensiero, delle risorse necessarie per emanciparsi dalla condizione di miseria antiecologista.

[Editoriale di Nicola Porro per il portale nicolaporro.it]


Commenti? Reazioni? Comunque la pensiate, SIMTUR invita alla lettura della sezione “Nuove ecologie” di questo sito, attraverso le pagine dedicate alla storia, alla critica e alle evoluzioni dell’ecologismo e del movimento ambientalista.

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