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Autobus - Trasporto Pubblico Locale

Sono trascorsi due mesi da quando, l’11 marzo, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato lo stato di pandemia globale da Covid-19. A partire dal 26 marzo, circa 2 miliardi e mezzo di persone si sono trovate dentro il blocco che le autorità governative hanno attivato per contenere la diffusione del virus, determinando forti riduzioni della domanda di trasporto a tutti i livelli, dal locale al planetario. Un tempo utile per iniziare a promuovere qualche considerazione non del tutto emotiva.

Mentre scriviamo, risulta ancora piuttosto probabile che l’epidemia da coronavirus continuerà ad avere un impatto a lungo termine sui nostri comportamenti e sugli stili di vita individuali e collettivi, dal modo in cui lavoriamo a quello in cui consumiamo e viaggiamo. Il trasporto pubblico locale – ma anche i servizi di mobilità condivisa – sono indicati come possibili vettori di distribuzione del virus e, pertanto, non risultano fortemente colpiti soltanto dai divieti di circolazione ma soprattutto dal livello delle preoccupazioni individuali di ciascuno di noi.

Anche se non è stato ancora valutato, l’impatto economico nel settore è pesantissimo: oltre ad essere intrinsecamente connesso a tariffe e sussidi in grande diminuzione, la sua ripresa è aggravata da costi più elevati per la pulizia frequente di veicoli e strutture, ma anche da una maggiore frequenza con minori passeggeri. A soffrire sono soprattutto i colossi dei servizi di mobilità condivisa, che stanno subendo perdite economiche e pressioni finanziarie che mettono a rischio l’occupazione di milioni di addetti.

Immersi in un quadro generale ancora molto complesso e confuso, si può solo tentare di capire quali potranno essere le tendenze emergenti sulla base delle prime esperienze che derivano dalle misure assunte in paesi come la Cina o la Corea, provando a immaginare come potrebbe funzionare nel nostro Paese.

Covid-19 e trasporto pubblico

Sembra affermarsi il convincimento generalizzato che vede gli agenti patogeni viaggiare su autobus e treni trovando acceleratori di diffusione delle infezioni virali, tanto che molte città asiatiche (Wuhan, Huanggang, Delhi, ecc.) hanno completamente sospeso ogni forma di trasporto pubblico per ridurre al minimo i rischi per il personale e per i passeggeri.

Dipendenti e cittadini sono certamente i valori più importanti del trasporto pubblico. Pertanto è corretto che le misure adottate dalle agenzie governative e dalle società di trasporti mirino anzitutto a garantire la sicurezza contrastando ulteriori diffusioni del virus, basandosi su valutazioni d’impatto complete e capaci di considerare tutti gli aspetti sociali, ambientali e climatici, oltre le misure economiche.
La domanda è: le misure di protezione possono coprire tutti i potenziali rischi?

Associazioni internazionali come la Transport Research Board (TRB), la American Public Transport Association (APTA) e la International Organization for Public Transport Authorities and Operators (UITP) forniscono schede informative e informazioni generali utili a comprendere lo scenario. Vale la pena cercare regolarmente informazioni sulle loro piattaforme, per ricavarne indicazioni estremamente utili, basate su numeri di utenti molto significativi.

Le misure emergenti per la protezione dei lavoratori

Dall’osservazione delle misure finora adottate – e della loro efficacia – emergono misure che potrebbero essere prese in considerazione anche dalle agenzie di trasporto pubblico del “vecchio continente” e qui in Italia:

  1. Informazione e consapevolezza: il personale deve essere ben informato e deve essere sensibilizzato sui rischi di infezione e sulle misure da adottare al fine di minimizzare tali rischi;
  2. Formazione: il personale deve ricevere una formazione specifica su come disinfettare adeguatamente le strutture e le superfici. Ma anche sulle modalità per comunicare in risposta alle legittime preoccupazioni dei passeggeri;
  3. Dispositivi di protezione e disinfezione: su tutti i mezzi devono essere presenti adeguati dispositivi di protezione (mascherine, guanti, disinfettanti per le mani, ecc.);
  4. Controlli sanitari: la regolarità dei controlli sanitari può supportare i lavoratori e garantire che si sentano sicuri e a proprio agio sul lavoro, ma anche contribuire a identificare rapidamente eventuali potenziali infezioni, contribuendo alla prevenzione;
  5. Bigliettazione elettronica: l’automazione delle biglietterie dovrebbe diventare la regola (anche senza la minaccia del virus). Accelerare il passaggio a forme di pagamento elettronico e senza contatto come ad esempio smart card, codici QR, ecc.
  6. Separazione abitacolo di guida: i conducenti dovrebbero essere separati dai passeggeri con plexiglas o altri mezzi, anche semplici “barriere” di nastro di plastica;
  7. Infrastrutture: aumentare la disponibilità di soste attrezzate per consentire l’igiene personale e la sanificazione;
  8. Modifica delle procedure: spazi e servizi comuni, come ad esempio le mense, dovrebbero essere gestiti in modo da attivare turni diversi con ore di servizio prolungate, ma anche di strumenti per mantenere le distanze di almeno 1 m durante l’attesa e il consumo.

Misure di protezione dei passeggeri

La protezione dei passeggeri è certamente una misura di sicurezza necessaria, ma non va dimenticato che è anche una misura importante per mantenere un rapporto di fiducia con le persone che utilizzano i trasporti pubblici. Ne risulta che le misure devono essere efficaci, ma anche adeguatamente accessibili e comprensibili in termini di comunicazione.

  1. Informazioni generali: le informazioni per i passeggeri sulle norme di condotta possono essere divulgate attraverso vari canali per garantire la divulgazione, con un impegno ulteriore a studiare quelli più innovativi per aumentare l’accessibilità alle diverse fasce di utenti;
  2. Informazioni sui rischi: la trasparenza è l’aspetto più importante di ogni rapporto di fiducia. In altre parole, in caso di contagio sui mezzi pubblici, il gestore del trasporto pubblico e le autorità locali dovrebbero fare del proprio meglio per fornire ampie informazioni sul rischio. Ad esempio fornendo piattaforme informative basate su codice QR o altre modalità per tracciare l’attività delle persone e condividere tutte le informazioni potenzialmente utili con il pubblico;
  3. Informazioni sugli adeguamenti dei servizi: adottare forme di comunicazione dirette e trasparenti per comunicare gli adeguamenti degli standard di servizio, a partire dagli orari, anche ricorrendo ai social network;
  4. Controllo degli accessi e controlli della temperatura: prima di accedere a una stazione di trasporto pubblico è necessario controllare la temperatura corporea delle persone;
  5. Pulizia e disinfezione: è essenziale attivare servizi di disinfezione regolare dei veicoli e delle attrezzature (come tornelli e corrimano) con detergenti antimicrobici speciali. Nel mondo vi sono approcci molto avanzati: i rapporti di servizio di Shanghai dimostrano l’efficacia dell’uso della luce UV per pulire i veicoli, per non parlare di Hong Kong dove per pulire e disinfettare i veicoli intervengono dei robot;
  6. Maggiore spazio per il distanziamento sociale: attuare misure che aumentino la distanza tra i passeggeri per ridurre al minimo il rischio di infezioni. Ciò può essere fatto aumentando la frequenza dei trasporti, mediante l’aggiunta di marcatori sul pavimento per segnare le distanze, ma anche tramite il controllo dei flussi di pendolari e viaggiatori tramite app.

Gestire efficacemente la domanda

Il trasporto pubblico è necessario per fornire servizi di base, in particolare per i pendolari e le attività di rilevanza sistemica. Per non prolungare i blocchi, è necessario un approccio coordinato della domanda e dell’offerta.

  1. Valutazione d’impatto: al fine di evitare le conseguenze dalle misure di controllo e contenimento che potrebbero influire negativamente sulla densità dei passeggeri o sulla necessità di soste più prolungate, è necessario effettuare valutazioni d’impatto approfondite, veritiere ed esaustive;
  2. Sistemi di mobilità come servizio: al fine di gestire la domanda, si può immaginare di attivare accessi scaglionati alle stazioni. Gli utenti potrebbero utilizzare le app di sistemi MaaS (Mobility as a Service) per ottenere servizi più frequenti nelle ore di punta, ma anche codici QR sui telefoni degli utenti che consentono di ricevere il servizio di trasporto desiderato entro una certa fascia oraria dall’ingresso nella stazione;
  3. Passa alla bicicletta! Le due ruote a pedali rappresentano un ottimo modo per mantenersi in salute (non solo in occasione di un’epidemia) ma anche un modo efficace per sostenere il distanziamento sociale e alleviare l’onere per il trasporto pubblico.
    Non è un caso che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) abbia indicato nelle proprie linee guida che gli spostamenti da preferire sono quelli in bici e a piedi.
  4. Micromobilità e multimodalità: i nuovi mezzi di ecomobilità personale (segway, hoverboard, monopattini, ecc.) sospinti da energia elettrica sono una straordinaria evoluzione dei pedali, non soltanto perché consentono l’utilizzo ad una fascia di utenti molto maggiore, ma anche perché sono prodotti in pesi e dimensioni che consentono di ripiegarli e salire a bordo di mezzi pubblici, aumentando enormemente la multimodalità.
    Il Governo, su iniziativa del Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero dei Trasporti, sta valutando un bonus per rimborsare le spese di acquisto di biciclette, monopattini e altri mezzi elettrici.

Covid-19 e mobilità condivisa

I gestori di mobilità condivisa (bike sharing, car sharing, car pooling, micromobilità, ecc.) – così come le aziende di delivery che consegnano posta, pacchi e cibi – sono spesso appaltatori indipendenti che talvolta ancora occupano dipendenti privi di congedi per malattia e di altri benefici. Anche per questo motivo, numerosi servizi in tutto il mondo hanno dovuto sospendere ogni attività.

Quadro concettuale per il settore dei trasporti nella pandemia, sulla base di un approccio avoid-shift-improve

A livello globale, paesi e città stanno implementando un gran numero di misure nel settore dei trasporti per fermare l’ulteriore diffusione di Covid-19, pertanto non è ancora possibile trarre conclusioni conclusive sull’efficienza e l’efficacia dei singoli provvedimenti. Allo stesso tempo, ritenendo di non dover in alcun modo perdere di vista gli obiettivi della mobilità sostenibile e – al tempo stesso – di voler fornire un contributo al dibattito in corso sulle politiche della mobilità, è utile provare a realizzare un quadro concettuale basato sull’approccio avoid-shift-improve:

  1. Evitare: misure per ridurre la domanda di trasporto individuale (motorizzata), sia a breve termine per combattere l’epidemia di coronavirus sia a lungo termine per ridurre le emissioni di carbonio, gli incidenti e la congestione da traffico nelle città;
  2. Rimodulare: misure per indirizzare gli utenti verso mezzi di trasporto sicuri, puliti, a basse emissioni, adatti anche come misura di distanziamento sociale. Nel lungo periodo, promuovere forme di mobilità attiva come camminare e andare in bicicletta, ma anche trasporti pubblici attraenti, affidabili, accessibili, convenienti e competitivi per mantenere le città vivibili;
  3. Innovare: migliorare la qualità delle operazioni e dei servizi, in particolare nei trasporti pubblici, al fine di rimanere attraenti e, nello specifico di questo tempo, evitare l’affollamento.

E’ del tutto evidente come risulti fondamentale che le misure adottate nel contesto della crisi da coronavirus siano eque in termini di partecipazione sociale, genere e fascia di età, ma anche che supportino gli obiettivi di una trasformazione dei trasporti nel lungo periodo in direzione della sostenibilità.

Con il drastico inasprimento delle normative sulla circolazione, la distinzione tra traffico “essenziale” e “non essenziale” diventa particolarmente importante.
Il traffico necessario comprende le consegne, il trasporto di personale medico, di dipendenti di infrastrutture strategiche (acqua, energia, trasporti, ecc.), del personale di sicurezza, di dipendenti del commercio al dettaglio e all’ingrosso, ecc. Questo traffico deve essere gestito secondo i più alti standard sanitari possibili e anche adattato ad esempio al lavoro a turni.
Al fine di alleviare il regolare trasporto pubblico a questo punto, dovrebbero essere utilizzate possibilità come la realizzazione di infrastrutture ciclabili temporanee o, in alternativa, la limitazione dell’uso di auto private.

Un elemento essenziale della strategia è il sequenziamento delle misure, nella definizione del quale è oltremodo necessario che le autorità che governano i settori della salute, dei trasporti e della sicurezza debbano collaborare: le misure iniziali di restrizione devono essere comunicate e accettate dalla popolazione, prima di poter anche soltanto immaginar la sospensione del servizio pubblico di trasporto.
Inoltre le misure devono essere differenziate in base alle fasi dell’epidemia.

Le 4 fasi della pandemia sono:

  • Fase 1: contenimento dei (pochi) casi in circolazione
  • Fase 2: dispersione della comunità / contenimento della comunità
  • Fase 3: dispersione epidemica / trasmissione sostenuta
  • Fase 4: rilassamento

È evidente che gli elementi dell’approccio Avoid-Shift-Improve devono essere applicati e classificati in ordine di priorità in modo diverso a seconda della fase della pandemia.
Nelle fasi 1 e 2, le misure devono mirare alle necessità di distanziamento fisico da un lato, ma garantendo il trasporto di beni e persone essenziali dall’altro.
La fase 3 si concentra sull’evitare misure che riducono drasticamente i flussi di mobilità e si concentrano centralmente su attori e merci essenziali: i trasporti sono essenzialmente al servizio dei paradigmi sanitari.
Nella fase 4, l’obiettivo principale è prevenire una rinascita dell’epidemia attraverso misure di miglioramento, consentendo nel contempo una ripresa economica.

Piccole osservazioni sull’impatto di Covid-19 sulla mobilità futura

A due mesi esatti dalla dichiarazione di pandemia, possiamo iniziare a misurare gli impatti e le conseguenze delle misure di contenimento sociale sull’economia, sul comportamento sociale, sul clima e sugli ambienti urbani.

E’ indubbio che molte misure attivate contro la pandemia abbiano implicato una drastica diminuzione delle emissioni inquinanti. I dati sull’osservazione dei satelliti terrestri rivelano anche che i luoghi con alti focolai di virus corrispondono anche ai territori in cui si registra una peggiore qualità dell’aria: gli individui persistentemente esposti all’inquinamento atmosferico sono più a rischio di morire di pandemia.
Anche se è sempre utile ricordare che l’inquinamento atmosferico è già responsabile di causare danni ai polmoni e al cuore che causano oltre 8 milioni di morti premature ogni anno, anche senza bisogno di virus.

Sebbene sia troppo presto per stimare gli effetti economici in tempo reale, i dati sulla domanda nazionale di elettricità e sulla mobilità delle famiglie indicano una significativa flessione dell’attività economica. Le conseguenze di questa recessione causata dalla pandemia potrebbero durare più a lungo dello scoppio del virus, colpire pesantemente le liquidità dei consumatori e anche indurre un aumento della disoccupazione.
Accanto alle compagnie aeree e ad altre industrie, le associazioni di trasporto pubblico e le agenzie di viaggio hanno iniziato a presentare richieste di aiuti finanziari per superare questa crisi disastrosa.

Provando ad alzare lo sguardo ai prossimi mesi, è importante tenere presente che le misure adottate per mitigare gli impatti della pandemia devono essere pensate per produrre effetti positivi sulla mobilità sostenibile in un secondo momento. Altrimenti, l’eredità dello shock da Covid-19, oltre il dramma sanitario, i lutti e l’economia danneggiata, investirà anche i sistemi di mobilità di merci e persone e – quindi – il futuro del pianeta.

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