Il turismo post Covid-19? Con un calice di vino in mano

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Di prossimità, sostenibile, all’aria aperta, accessibile economicamente: l’enoturismo ha tutte le caratteristiche per essere uno dei motori della ripartenza.

Il Movimento Turismo del Vino

Dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano 2020 emerge che i Millennials (i nati tra il 1981 e il 1996) sono stati i principali trascinatori della crescita del turismo enogastronomico a livello mondiale. Nel “prossimo domani” i turisti a cui riferirsi saranno quelli della Generazione Z, i ‘superfoodie’ nati dopo il 1997, fortemente interessati alla vacanza enogastronomica come esperienza unica e memorabile. Un pubblico che si documenta prevalentemente per via digitale: l’80% ha visitato una destinazione o ha deciso di partecipare ad un’esperienza in seguito a informazioni tratte da video, post e recensioni pubblicate in rete.

In Italia l’enoturismo – di tradizione antica – è riconosciuto per legge solo dal 2019, con il Decreto Attuativo dell’allora Mipaaft, che indica con precisione che cosa si deve fare per rispettarne i parametri di qualità e di efficacia. “Dal nostro osservatorio, i produttori e i consorzi di tutela del vino e gli operatori dell’accoglienza risultano ancora poco informati su queste direttive. E il Covid-19 rende necessaria l’evoluzione di alcune di queste stesse normative – afferma Francesco Moneta di The Round Table, agenzia specializzata anche nella comunicazione del vino, del cibo e dei loro territori. “Con l’inizio del 2020 abbiamo dato quindi vita alla piattaforma Il Nuovo Enoturismo trovando subito la condivisione di Carlo Pietrasanta, tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino, che ha lavorato a questa legge per anni“.

Secondo un sondaggio condotto nelle scorse settimane tra le cantine aderenti al Movimento Turismo del Vino Lombardia “la totalità degli intervistati – spiega Carlo Pietrasanta – concorda sul fatto che quella legata all’Enoturismo sia, ora più che mai, un’attività economica strategica per contrastare il drastico calo nella vendita e distribuzioneAbbiamo anche verificato che, se prima del Covid-19 soltanto il 30% degli intervistati era dotato di un sistema e-commerce, a fine aprile la percentuale è salita costantemente”.

Wine Experience

Nuove forme di wine experience

Il progetto si è avviato con il ciclo di 3 Webinar promossi da PromoTurismo Fvg e dalla Strada del Vino e dei Sapori della Regione, che hanno coinvolto oltre 70 cantine e operatori dell’accoglienza friulaniI prossimi si svolgeranno per il territorio lombardo grazie a UnionCamere Lombardia. Ma anche in Piemonte, a favore dei Produttori del Consorzio Tutela del Gavi e degli Operatori dell’accoglienza del territorio, nell’ambito del Progetto ‘Destinazione Gavi’.

Se prima di Covid-19 la wine experience si viveva prevalentemente in cantina, ora sarà sempre di più in vigna, dove ci sono naturalmente gli spazi per il distanziamento. L’edutainment – con vendemmia didattica, picnic tra i filari e degustazioni “open air” che coinvolgono anche le eccellenze agroalimentari del territorio – è un aspetto sempre più importante della nuova offerta enoturistica: un’esperienza semplice, empatica, ludica, educativa e sostenibile.

[Contributo di Simone Pazzano pubblicato da La Repubblica – Economia&Finanza]

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