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Trasporto treni ferrovie

Dopo il 2016 Anno nazionale dei cammini, il 2017 Anno nazionale dei borghi, il 2018 Anno del cibo e il 2019 Anno del turismo lento, il Mibact punta su un’altra forma di turismo che consenta ai viaggiatori di attraversare il Bel Paese con forme di mobilità dolce, ammirando paesaggi magnifici e toccando località di struggente bellezza.

2020: anno dei treni turistici

In Italia esistono ancora 800 chilometri di tratte ferroviarie in disuso e abbandonate che attraversano parchi nazionali, aree protette e territori ricchi di storia e di cultura. Ma sono anche numerosi, ormai, i treni storici su cui si è tornati a viaggiare, da nord a sud del paese. Con locomotive a vapore, oppure elettriche Anni ’30, a bordo di carrozze Centoporte, vagoni di legno ed elegantissimi velluti: i treni d’epoca muovono lentamente tra colline, laghi, prati fioriti (o innevati), siti archeologici e borghi antichi.

Nel corso del 2020 si continuerà a investire“, ha promesso il ministro Franceschini, “per potenziare, promuovere e valorizzare ancor più questa forma di turismo“. L’idea è quella di promuovere sempre più il turismo sostenibile, che consenta di rispettare la fragilità del nostro patrimonio facendolo scoprire anche agli stessi italiani prima che agli stranieri.

La giornata delle Ferrovie Dimenticate

L’idea di utilizzare le ferrovie dismesse per esplorare in modalità slow gli angoli più intimi del territorio nazionale è nata negli anni Cinquanta nel Regno Unito, dove spesso si alternano treni storici e convogli passeggeri ordinari sugli stessi binari.

In Italia, il merito va anzitutto all’intuizione di Co.Mo.Do. che già nel 2007 creò la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate per favorire il recupero e la valorizzazione del tronchi ferroviari dismessi attraverso la riattivazione del servizio in forme innovative, oppure la trasformazione in greenways (o piste ciclo-pedonali).

Nel 2020, per la XIII edizione, come ogni anno la prima domenica di marzo saranno organizzate numerose attività outdoor da decine di associazioni locali di tutta Italia che, assieme a migliaia di appassionati di mobilità dolce, proporranno esperienze lungo le tratte storiche conservate e curate amorevolmente da comitati e gruppi di volontari nazionali e regionali. Non solo su treni a vapore, ma anche littorine e percorsi in bici, a piedi, a cavallo.

E se proprio i binari non tornano attivi? La buona prassi abita in Umbria, sulla Spoleto-Norcia

Dopo la chiusura dell’attività ferroviaria, finalmente nel 2005 il demanio ha concesso per 25 anni il tracciato – comprensivo di fabbricati e aree – e si è quindi potuto procedere alla sua messa in sicurezza e al riuso come percorso di mobilità dolce.

I principali interventi di recupero, resi possibili grazie a contributi pubblici, sono stati:

  • il tratto compreso tra Spoleto e Borgo Cerreto;
  • la stazione di Spoleto, diventata Museo della Ferrovia e Centro di Documentazione Ferroviaria;
  • la stazione di Sant’Anatolia di Narco, porta d’accesso dell’alta Valnerina e punto d’informazione a supporto delle strutture recettive dei caselli di Romita e Passo Stretto, basi per le attività sportive legate alla pesca, data la loro vicinanza al fiume Nera;
  • la stazione di Serravalle, centro servizi per gli sport ambientali (rafting e trekking coi muli).

Nel 2001 l’area è stata dichiarata “di notevole interesse storico-artistico” dal Ministero dei Beni Culturali, ai sensi del Titolo 1 del Codice dei Beni Culturali. Così il sentiero – di circa 45 km in mezzo al verde, percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo – è diventato elemento di attrazione turistica per appassionati della montagna, del trekking e dell’esplorazione, curiosi di scoprire zone impervie tra gole, corsi d’acqua, gallerie e arditi viadotti.

 

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